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Benefici o non-benefici per la trasfusione di sangue nei pazienti con insufficienza cardiaca acuta scompensata ?


Nelle sindromi coronariche acute, la trasfusione di sangue è stata associata a esiti non-favorevoli. L’impatto della trasfusione di sangue tra i pazienti con insufficienza cardiaca acuta scompensata rimane, tuttavia, non noto.

Tra i 4.102 pazienti arruolati, 2.335 presentavano insufficienza cardiaca acuta scompensata, di cui il 7.1% ha ricevuto trasfusione di sangue.

Questi pazienti erano più anziani ( 75.6% versus 73.6%; p=0.04 ), avevano una maggiore probabilità di essere di sesso femminile ( 54.8% vs 43.9%; p=0.007 ), di soffrire di diabete mellito ( 59% vs 51.1%; p=0.04 ) e di disfunzione renale ( 59% vs 40.2%; p
I livelli nadir di emoglobina sono risultati comunemente inferiori a 10 g/dl nei pazienti sottoposti a trasfusione di sangue ( 92.7% vs 8% ); 15 pazienti nel gruppo trasfusione di sangue sono andati incontro a sanguinamento come complicanza ( 10 erano emorragie maggiori ).

I principali predittori per la trasfusione di sangue sono risultati: la sindrome coronarica acuta ( odds ratio, OR=1.85 ), l’impiego di farmaci inotropi ( OR=2.36 ) e l’emoglobina nadir ( OR=0.18 per 1 g/dL di aumento ).

Il tasso non-aggiustato di mortalità ospedaliera a 30 giorni, 1 anno, e 4 anni era più alto per i pazienti sottoposti a trasfusione di sangue ( rispettivamente, 10.8% vs 5.2%, p=0.02; 11% vs 8.5%, p=0.27; 39.6% vs 28.5%, p=0.03; 69.5% vs 59.5%, p=0.01 ).

Tuttavia in 103 coppie confrontate con un’analisi propensity score matched, la mortalità nel breve periodo tendeva ad essere più bassa tra i pazienti del gruppo trasfusione sanguigna ( rispettivamente, 8.7% s 14.6%, p=0.20; 9.7% vs 18.4%, p= 0.08; 38.8% vs 42.7%, p= 0.59; e 72.8% vs 76.7%, p= 0.52 ).

In conclusione, i pazienti con insufficienza cardiaca acuta scompensata, sottoposti a trasfusione di sangue, hanno presentato condizioni cliniche ed esiti non-aggiustati peggiori, ma la trasfusione di sangue di per sè appare essere sicura e forse anche benefica. ( Xagena2009 )

Garty M et al, Am Heart J 2009; 158: 653-658


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